Fotografia

Hotel Manin, tra ospitalità e identità.

Uno dei luoghi in cui mi rifugio quando sono a Milano è il Manin, antica istituzione milanese tra Piazza della Scala e il Quadrilatero della Moda, una delle posizioni migliori della città grazie ai giardini pubblici Indro Montanelli che regalano il lusso di sentirsi fuori dal caos cittadino, ma a pochi minuti dal centro. L’Hotel ha una vera e propria identità che lo contraddistingue da molte altre realtà milanesi: di origine centenaria – risaliamo a scritti del XIX che ne documentano già l’esistenza come “casa uso albergo” in contrada della Cavalchina, ora via Manin – ha il valore aggiunto di una famiglia che da quattro generazioni ne cura la gestione, la famiglia Colombo. Vi racconto qualcosa di più insieme a Rossana Morrone, Ufficio Stampa dell’Hotel Manin, e ve lo consiglio come pied-à-terre per posizione, bellezza contemporanea e ottimo ristorante dalla colazione alla cena, in un meraviglioso giardino interno. Una vera e propria comfort zone fuori dal caos cittadino.

Roma, tra splendidi soggiorni e Monet.

Iniziamo un nuovo anno e gennaio all’insegna della Città Eterna e delle mostre da vedere, iniziamo un nuovo anno cercando di circondarci di cose belle, che fanno bene agli occhi e all’anima. Io come inizio? Come di consueto in questo periodo con un paio di giorni nel mio rifugio per eccellenza, quella che è in questo momento la mia casa romana, l’Hotel Splendide Royal, situato appena a pochi metri dai luoghi della Dolce Vita.

Succede che voglio staccare dal quotidiano ed isolarmi un paio di giorni a scrivere, e qui trovo il contesto perfetto tra il silenzio interrotto solo dalla musica che amo e uno Staff incredibile che mi coccola con discrezione. Ed ecco che tra un sandwich al salmone e fiumi di acqua e ore al computer riesco a scrivere e concentrarmi, edito foto e imparo a elaborarle, e sono davvero fiera nel potere firmare per la prima volta un articolo con le mie immagini scattate con la Nikon DF. 

Editoriale Dicembre 2017 – Je Suis Spelacchio

Dicembre. Che già di fatto volge al termine, ma io con i miei editoriali si sa che rispetto il mese e non il giorno. Un dicembre strano e con bagliori di luce. Sto imparando a lasciarlo andare, ma ci sono giorni in cui è più semplice farlo, giorni meno.

Intanto a Roma è arrivato Spelacchio con il suo carico di ironia talvolta sguaiata, e la dolcezza mescolata a tristezza dei suoi rami spogli e vestiti alla bene e meglio con lucine e palle argentate. A me Spelacchio sta simpatico e fa tenerezza. Guai a chi me lo tocca.

Postcards from Taormina, Belmond Villa Sant’Andrea

Di che scrivere in inverno, se non di posti magici in cui organizzare weekend o vacanze dalla primavera in avanti? Di che scrivere se non di sogni vissuti, visuelle da togliere il fiato, mare trasparente, location uniche al mondo e pertanto scenografie perfette di momenti indimenticabili? Cosa raccontare, se non di uscite in barca alla scoperta dei tesori italiani che ci invidia il mondo intero, di una cucina sublime orchestrata da chef di prim’ordine, di gusti e tradizioni dove immergersi nei ricordi della Sicilia dei Gattopardi, di momenti che rubano il cuore tra gli arredi sontuosi e le luci che cambiano in continuazione grazie a finestre aperte sul sole e sul mare? O dovrei raccontare di anime meravigliose che scherzano con la macchina fotografica di Nixi Hess, l’autrice di queste splendide foto-cartoline, e che regalano miracoli inaspettati tra le tende che profumano di mare? Iniziamo a raccontare, poi tutto verrà da se, come sempre in ogni Belmond che si rispetti.

Novembre 2017, un editoriale in ritardo, ma d’altronde ho appena avuto la mia sliding door e dunque posso davvero, incredibilmente e finalmente, fare solo quello che voglio. Un editoriale un po’ diverso dal solito perché stavolta, con molta serenità, dico quello che penso una buona volta rispondendo a molte mail e messaggi privati (anche anonimi) che mi sono arrivati soprattutto in questi ultimi tempi, oltre che messaggi velati e pruriginosi, e se c’è una cosa che proprio sopporto poco sono quegli attacchi travestiti da critica, che sono così  fané, suvvia. Ma, giustamente, ogni domanda merita una risposta soprattutto quando ci si espone attraverso i social, dunque iniziamo.