Tiziana Cosso Olivetti

Expo o non Expo… questo e’ il problema? Ammetto che all’inizio ero in dubbio. Conosciamo le polemiche che l’Expo si è portato dietro,  vuoi quelle “morali” (com’è possibile creare un evento incentrato sul cibo e sulla sostenibilità, spendendo tutti quei soldi? ) vuoi di tipo ambientale. 
Ci ho pensato parecchio, poi ho deciso che ci sarei andata per vari motivi. Primo per curiosità: Expo 2015 è stato comunque un grande evento, un’occasione unica per Milano e per il nostro paese nel bene e nel male. È stato come fare il giro del mondo in 6 ore.

Sabato 24 ottobre ho avuto il piacere di esplorare in notturna il Mondo surrogato in un quartiere. Le mie aspettative sono state soddisfatte, anzi, ancora meglio: Expo è andato ben oltre. Nutrire il pianeta Energia per la vita, ma non era solo questo il centro. Era piuttosto far conoscere come i vari paesi trattano questi temi.
 Si e’ puntato anche sull’ecologia, come nel caso del Padiglione Italia, ricoperto da uno speciale cemento che assorbe lo smog con pannelli solari e microalghe che producono ossigeno, orti verticali e padiglioni costruiti con materiale di recupero.

Percorrendo il lungo viale, nel quale si affacciano tutti i padiglioni, le persone sono talmente tante da essere incontabili. Da un orecchio si sente un italiano che parla, dall’altro un francese, davanti hai una famiglia cinese, di fianco un gruppo di tedeschi: si respira veramente aria di internazionalità! 145 sono stati i Paesi partecipanti e di questi ben 53 hanno avuto un proprio padiglione espositivo. Gli altri Paesi sono stati inseriti in 9 cluster tematici: riso, cacao e cioccolato, caffè, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, bio-Mediterraneo (Albania, Algeria, Egitto, Grecia, Libano, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia, Tunisia), isole mare e cibo (Capo Verde, Comore, Comunità caraibica, Guinea Bissau, Madagascar, Maldive), zone aride (Eritrea, Gibuti, Mauritania, Mali, Palestina, Senegal, Somalia, Giordania). I Cluster sono stati una delle novità di Expo Milano 2015: per la prima volta i Paesi non sono stati raggruppati in padiglioni collettivi secondo criteri geografici, ma secondo identità tematiche e filiere alimentari.

Nel frattempo è  già ora di cena… e per un dono quasi mistico l’altoparlante ci segnala che stanno arrivando in cannoli siciliani! Rendiamo omaggio al Made in Italy!
Proseguiamo la visita tra queste migliaia di persone, verso il grande Padiglione Italia… in fondo c’è il grande “albero della vita” e ci fermiamo a seguire lo spettacolo organizzato con musica, spruzzi d’acqua e luci al led. Lo show notturno dell’albero della vita è davvero un evento indimenticabile, sospeso tra sogno, realtà, desiderio e voglia di vivere. È il simbolo della Natura Primigenia, alto 35 metri in legno e acciaio intrecciati seguendo il disegno del pavimento della michelangiolesca piazza del Campidoglio di Roma.  L’albero della vita è il simbolo del Padiglione Italia, un’opera nata dall’idea del veneziano Marco Balich, direttore artistico del Padiglione, un emblema del made in Italy di cui dovremmo andare più che fieri.
Nota dolente le lunghe code per poter visitare il padiglioni.
Impossibile vedere qualcosa se non facendo ore di coda.

Tra i padiglioni visti posso dirvi che quello del Regno Unito è veramente particolare.
La visita si ispira al movimento delle api, a partire da un frutteto e passando per un prato fiorito fino al ritorno all’alveare, il tutto accompagnato dai rumori e dagli effetti visivi registrati da un vero alveare in Regno Unito.
Altro padiglione che ho potuto ammirare è quello dell’Ungheria che si ispira nella parte centrale all’Arca di Noè, simbolo di salvezza degli esseri viventi, mentre le due estremità laterali richiamano i tamburi sciamanici – è disponibile per i musicisti un pianoforte ad alta ingegneria. Molto carini e simpatici soprattutto per chi ha dei bambini sono stati il padiglione del Brasile con la sua rete sospesa dove camminare e saltare, e quello dell’Estonia con le altalene grazie all’utilizzo delle quali si possono alimentare i cellulari.
 I padiglioni visti dall’esterno sono stati una grande emozione, credo che la bellezza maggiore sia stata proprio quella architettonica. Expo, quindi, decisamente si.

Milan, October 2015

Photo by Sara Marinelli

Filippo Flocco, una scoperta meravigliosa di questi ultimi mesi. Uno stilista, un designer, un consulente di stile, ma soprattutto un Artigiano. Di quelli veri, di quelli che prima di creare disegnano davvero, inventano, modificano, scelgono i tessuti migliori, i decori sontuosi, i particolari che fanno la differenza, e non delegano nessuno. Filippo Flocco crea, nel suo mondo che sa ancora di antico, di odore di stoffa, di tintinnii di perline, di fruscii di organze e sete preziose. Crea i suoi sogni e le suggestioni che cattura dal mondo che lo circonda li trasforma in realtà e abiti che lasciano un segno tangibile al loro passaggio.

Filippo Flocco ama la sua terra e non c’è viaggio intorno al mondo, non c’è maestoso atelier o location blasonata che lo possa allontanare dal suo Abruzzo, dove risiede e dove nascono le sue creazioni nell’Atelier Factory di Teramo. Abiti da sposa, abiti da cerimonia e abiti di gran classe adatti e personalizzati per ogni occasione, Filippo veste le donne più eleganti del globo.

Mi sono innamorata subito di quest’uomo, ed il motivo principale non sono i suoi abiti che certamente fanno la differenza: sapere che avrò l’onore e la gioia di indossarli mi riempiono di entusiasmo, certamente, ma c’è una cosa che mi ha conquistata di questo Stilista. Filippo non si espone più di tanto. Resta un passo indietro. Non cerca il riflettore puntato addosso. Non strepita istericamente, non impone la sua presenza – e per gli addetti al settore, non si scordi che è il consulente di alcune delle Maison di Alta Moda più famose del pianeta – e non si palesa con quella sottile presunzione celata da accomodatura che spesso accompagna molti designer. Semplicemente Filippo Flocco non ne ha bisogno. Lui disegna, crea, cuce e sa di farlo al massimo e sa di farlo molto bene, talmente bene che non ha bisogno di sipari o teatrini al seguito. Questo suo modo scanzonato e leggero nasconde un uomo che non ha paure, non teme competizioni, non ha bisogno di sgomitare per farsi spazio. Semplicemente lui è se stesso con la sua genialità e la sua consapevolezza. E lo sa bene.

La sua collezione Haute Couture 2016, Colori d’Abruzzo, nasce dalla passione verso il suo territorio e dalla sua essenza: colori, architetture e decori sono suggestions fondamentali da cui parte – con arte – tutto il suo lavoro. Lo zafferano ispira i gialli, il mare dona le sue sfumature di blu, la primavera abruzzese colora i verdi sgargianti e le cime innevate regalano candore assoluto. La sua donna viaggia tra eterea eleganza e reale consapevolezza del proprio fascino.

Chapeau, Filippo.

Montesilvano, November 2015

I was wearing

Cape Filippo Flocco Haute Couture

Photo by Franco Olivetti

Il secondo giorno a Mauritius inizia in modo dolce e lento, con una ricca colazione al ristorante principale del Constance Belle Mare Plage, La Citronelle. Oggi il tempo è instabile e ci regalerà sole caldo e acquazzoni tropicali ad intermittenza, ma è proprio questo il bello, questo cambio repentino da una situazione climatica all’altra.  Questa mattina incontreremo Elizabeth, che fa parte della Comunicazione di Constance Hotels and Resorts, con la quale faremo piacevoli chiacchiere al Cocktail Bar davanti alla piscina, dopo invece ci aspetta la visita di tutto il Resort insieme ad Anett.

Chi mi segue da tempo sa che ho una predilezione per i prodotti URIAGE a base di acqua termale. Ho utilizzato tutta l’estate i solari che mi hanno protetta da rossori ed ustioni, e la fantastica Eau Termale d’Uriage spray, che ha alleviato la sensazione di caldo aiutandomi a mantenere una idratazione continua.

Sono arrivati nel mio beauty case i nuovi struccanti che ho già cominciato ad utilizzare con rinnovato entusiasmo: anche questa linea non mi ha deluso, anzi, è una conferma in più dell’ottima qualità di Uriage.

Le novità sono tre Acque Micellari e l’Huile Demaquillante, per rendere i minuti che utilizziamo a struccarci momenti di bellezza e trattamento.

L’Acqua Termale Uriage è notoriamente ideale per la pelle grazie alle sue proprietà isotoniche e ricca di agenti idratanti e minerali, un vero elisir di benessere che unito all’acqua micellare rende prezioso il momento della detersione.

Ma cos’è l’acqua micellare? Semplicemente è una soluzione acquosa in cui sono presenti delle particelle  – chiamate appunto micelle – che sono in grado di incorporare residui di make up e sebo in maniera delicata ed efficace.

Uriage ha creato tre Acque Micellari adatte ad ogni esigenza: pelle normale o secca, molto idratante e con estratto di mirtillo rosso, pelle soggetta ad arrossamenti, lenitiva e con estratto di albicocca e pelle mista e grassa, purificante e con estratto di mela verde.

A queste acque si aggiunge Huile Demaquillante, un olio struccante adatto a tutti i tipi di pelle e naturalmente anche a quella più grassa. Perfetto per rimuovere ogni tipo di make up, anche quello waterproof, è arricchito da olio di girasole e mirtillo rosso. A contatto con l’acqua assume la consistenza di un morbido latte.

Io sto utilizzando l’Acqua Micellare per pelle soggetta ad arrossamenti e voglio essere sincera: per qualche strana ragione non ho mai amato particolarmente questo tipo di struccante.

Ecco, è la prima volta che sono entusiasta e soddisfatta.